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Chiesa di San Grato

Chiesa di San Grato

La cappella campestre di san Grato fu fondata nel 1518, dai membri della famiglia notabile dei Bertono, come si evince da un documento dell’archivio storico del comune, venuto casualmente alla luce durante i lavori di riordino del 1983. Si tratta di un «instrumento» del 31 luglio 1763, riguardante la cessione della cappella stessa, fatta da Giò Pietro Ravetti in favore di Giuseppe Maria Salussolia. In uno stralcio del documento si legge: «…Ad ognun sia manifesto che la casa (famiglia) Bertono del Castello del presente luogo,…., sin dall’anno 1518 facessero eriger una chiesa campestre di San Grato,…., col ritratto di loro medesimi e di santi, dipinto da Efraim de Oldenibus, come si vede dall’iscrizione esistente in lapidee marmorea posta poi nel 1719 accanto all’altare». Peccato che oggi l’affresco del pittore vercellese e l’iscrizione cinquecentesca siano perduti: di essi rimane soltanto un piccolo resto a motivi vegetali visibile ai lati della piccola nicchia absidale ora riaperta. Il nome della famiglia Bertono, in qualità di patrona e proprietaria appare anche nell’atto notarile del 25 ottobre 1585, rogito Schellino, conservato nell’archivio parrocchiale, col quale il nobile Nicolao Bertono, donò un terreno con l’espressa volontà «che da lì avanti si chiamasse il campo di San Grato».Tale donazione, affinchè «il Sommo Iddio, la Beata Vergine e il Beato San Grato si degnassero protegger, diffender et liberar tutto il popolo di Alice…» colpito dalla pestilenza. L’atto notarile suesposto, per volontà del notaio Nicolao Bertono venne stilato sul sagrato della cappella stessa. La chiesa, nata come cappella della famiglia Bertono, rimase di loro proprietà fino verso il 1670, per poi passare per breve periodo alla famiglia Lupi, (erede dei Bertono) e indi, nel 1718 pervenne al notaio Giò Pietro Ravetti, avendo questi sposato Bianca Lucia Lupi. Si giunge quindi all’ultima cessione finora conosciuta che è quella del 1763, ove Giò Pietro Ravetti ed il di lui figlio cedono «una cappella di considerabil valore…» a Giuseppe Maria Salussolia. E’ certamente necessario mettere in evidenza che tutti i vari possessori, appartenenti a famiglie alicesi di estrazione notarile, quindi assai benestanti, operarono per mantenere ed abbellire la chiesa con denaro proprio o con vendita di loro beni. Nel corso dei secoli la chiesa fu più volte restaurata e nel 1936 venne ulteriormente abbellita con la posa di un nuovo altare in marmo addossato all’abside, e di otto dipinti votivi su tela eseguiti dal pittore eporediese Antonio Mosca. I dipinti su tela furono donati da diversi abitanti del rione come appare scritto in calce ad ogni immagine dipinta. Nel 1971, viene ristorata ed imbiancata, viene aggiunto lo zoccolo esterno in pietra e, utilizzando i marmi del precedente, viene rifatto l’altare così come lo vediamo oggi, rivolto verso il popolo. Altri lavori di rifacimento furono eseguiti nel 2007, in particolare del pavimento, che ora si presenta in elegante «pietra di Luserna». La festa si celebra il 7 settembre.

  • Indirizzo: 13040 Alice Castello ITA

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