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Cerrione

Cerrione

Cerrione avanti il Mille faceva parte del Comitato di Vercelli.
Successivamente, nel 1014 si apprende che il Consortile di Cerrione apparteneva a Giuberto conte di Pombia in comproprietà con i signori di Cerrione (non Avogadro, ma discendenti dei Pombia), i signori de Area, i signori di Magnano ed i signori de Araco.


Passato poi in eredità alle figlie di Milone ultimo signore di Cerrione, il feudo fu trasmesso ai figli Corrado, Uberto e Guglielmo Avogadro ed Uberto Guido e Alberto di Magnano che lo possedettero fino a quando il Vescovo di Vercelli, Martino Avogadro ottenne da papa Innocenzo IV di spogliare del feudo di Cerrione il ghibellino Uberto di Magnano e di assegnarlo al proprio fratello Enrico Avogadro di Quaregna. Con la perdita del feudo fu inoltre imposto ai signori di Magnano di entrare a far parte della casata Avogadro rinunciando al proprio nome.
La potenza della famiglia crebbe fra il XII e il XIV secolo divenendo dominante nella regione fra il Sesia e la Dora. Nonostante ciò la vita nel feudo era ben diversa rispetto a quella condotta dai tirannelli dell’Italia centrale, gli Avogadro erano guerrieri che vivevano parcamente amministrando la giustizia, custodendo i saggi dei pesi e delle misure, vigilando sui mercati, sui pedaggi e sulla sicurezza pubblica.
Verso la metà del XIV secolo gli Avogadro dovettero subire la presenza a Vercelli dei ghibellini Tizzoni alleati dei Visconti: in questo frangente il feroce capitano Facino Cane depredò alcuni castelli del consortile. Inoltre la comunità mal tollerava il severo governo visconteo tanto che molti abitanti abbandonavano il territorio per rifugiarsi nel vicino Stato Sabaudo. Per questi motivi il 7 agosto 1404 Martino di Cerrione si recò a Morgex dove giurò fedeltà ad Amedeo VIII di Savoia con la consegna di tutti i castelli posseduti , ottenendo subito la reinvestitura dei suoi possessi.
Per circa quattro secoli il Consortile di Cerrione rimase agli Avogadro anche se erano divenuti molto numerosi tanto da essere divisi in 26 colonnellati. Ogni colonnellato era retto da un Chiavaro che era il castellano e tesoriere, egli amministrava il patrimonio promuovendo affari in nome di tutti con malleveria reciproca e raccoglieva in sé e rappresentava di fronte allo Stato, quei poteri concessi al capostipite degli Avogadro di Cerrione. 
Nel XVII secolo alcuni rami degli Avogadro si estinsero ed altri, trovandosi nella necessità di reperire denaro, furono indotti a vendere porzioni di proprietà ormai già notevolmente frazionate. Divennero così comproprietari i Loyra nel 1694, Carlo Luigi di Gattinara nel 1736 e Francesco Teodoro Carron nel 1771.
Col passare degli anni le idee repubblicane ed i sentimenti patriottici si infiltrarono nel Consortile tanto che il 15 dicembre 1798 i contadini del luogo con grida e balli piantarono sulla pubblica piazza l’albero della libertà.
Il 14 luglio 1881 Umberto I° re d’Italia diede in predicato con titolo marchionale la frazione Vergnasco al mercante inglese George Cockle che da quel giorno divenne marchese di Vergnasco.
Successivamente il Castello di Cerrione passò nelle mani del conte Michelini di San Martino ed infine in quelle dell’industriale biellese Guido Aimone Marsan.


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