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Carisio

Carisio

L’ origine romana del paese, che sorge nella pianura a destra del torrente Elvo, è comprovata dall’etimologia del nome, che deriva da Carisius, nome gentilizio romano, e anche dal rinvenimento d’una tomba di epoca romana. Nel Medioevo fece parte del comitato di Vercelli e il feudo appartenne ai de Carisio. All’inizio dell’XI secolo Roberto di Carisio subì la confisca dei beni da parte dell’imperatore Enrico II per aver parteggiato per rè Arduino d’Ivrea; nel 1014, poi, l’imperatore diede questi beni alla chiesa di Vercelli e il vescovo infeudò il Castello ai Soleri (o Solaro), che poi mantennero il feudo coi Ratari e gli Avogadro. Dopo il 1373 i signori di Carisio si sottomisero al conte di Savoia e il luogo entrò a fare parte del capitanato di Santhià. Nel 1399 ci fu la temporanea occupazione di Facino Cane, ma nel 1402 Amedeo Vili reintegrò nel feudo i vari signori.
Parti dello stesso passarono nel 1459 a Gottardo dei signori di Buronzo, nel 1518 a Francesco e Bartolomeo Tomatis e nel 1567 a Filippino Gillio. I Gillio nel 1614 vendettero la loro parte a Gerolamo Langosco.

Nel 1628 il duca di Savoia Carlo Emanuele I diede il luogo al figlio Tommaso, principe di Carignano, che nel 1630 lo vendette ai fratelli Alberto e Giuseppe Caresana, signori di Nebbione, con il titolo comitale. I Caresana di Carisio mantennero il feudo fino alla fine del Settecento. La Parrocchiale di San Lorenzo fu ricostruita nel XIV secolo, ma di quel periodo resta solo il bei campanile gotico con finestre ogivali. La chiesa è a un’unica navata con due altari laterali, in stile neoclassico e risale al secolo scorso. Nel 1937 subì radicali restauri. Sussistono ancora resti dell’anticoporta-torre medioevale castello e, in particolare, merita di essere segnalata una Porta-torre medioevale.

La frazione di San Damiano in antico fu una vasta tenuta dei Valperga di Masino. La Chiesa dei Santi Cosma e Damiano, già parrocchiale, è di origine medioevale, ma il primo documento che la menziona risale solo al 1580. Il tempio è a una navata con tré altari, campanile e sacrestia.

La località di Nebbione nel Medioevo fu feudo degli Avogadro di Carisio, un ramo dei quali s’intitolò di Nebbione, i quali nel 1404 si sottomisero ai Savoia: nel 1568 il feudo fu alienato alla famiglia Caresana. Del Castello restano rilevanti strutture: un fabbricato risale all’epoca barocca ed è essenzialmente una residenza patrizia di campagna; un altro fabbricato al di là d’un cortile ha origini più antiche, come è provato da una torricella, dai resti del fossato, dalle tracce del vecchio ponte levatoio e dalle mura scarpate.

La Chiesa dell’Assunzione risale al 1675 ed e a un’unica navata; dell’antico campanile rimangono rilevanti resti che fanno pensare a una costruzione del secolo XI. Il nuovo campanile fu costruito nel 1857. Nella tenuta La Masina si trova l’Oratorio di Sant’Antonio Abate, le prime notizie del quale risalgono al 1747.

L’agricoltura ha perduto un po’ della sua importanza, anche se continua ad avere rilevanza la risicoltura. Particolarmente fiorente è l’attività alberghiera e numerosi sono gli insediamenti industriali.

Tratto da: “Il PIEMONTE Paese per paese” – Bonechi

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